Creatigroup
Visual storytelling: cos’è e perché è uno strumento di marketing online vincente
gennaio 18, 2022 - Creatigroup
Fare storytelling significa raccontare il proprio marchio servendosi di una storia avvincente, emotiva e coinvolgente in cui i consumatori possano indentificarsi.
Avevamo già visto tutte le caratteristiche di questa strategia di marketing qui, oggi invece andremo a scoprire in che cosa consiste il visual storytelling, ovvero l’arte di raccontare una storia tramite le immagini.
Cos’è il visual storytelling e quali sono le sue caratteristiche
Raccontare una storia servendoci soltanto di parole scritte o narrate può catturare l’attenzione, ma mai tanto quanto mostrarla tramite immagini e filmati. Questi ultimi, infatti, sono in grado di suscitare ancora più reazioni ed emozioni immediate, basti pensare alla differenza di impatto di un film commovente rispetto a un libro che racconti la medesima vicenda.
Nell’era digitale, servirsi di immagini, filmati e grafiche non è mai stato tanto semplice e proficuo: grazie ai social media come strumento di marketing, è possibile sviluppare una strategia di cosiddetto visual storytelling che faccia leva sul bisogno innato dell’uomo di farsi narratore e a sua volta spettatore di una storia.
È la psicologia, infatti, a individuare nell’essere umano la necessità di riorganizzare le proprie memorie ed esperienze in una storia articolata e coerente da esternare all’interlocutore. Sfruttando lo stesso principio, il visual storytelling consente di riconoscersi nel racconto di un brand, nel suo contesto di creazione e nelle persone che lo hanno reso possibile.
Farsi spettatori di una storia narrata non soltanto a parole ma tramite immagini evoca un forte legame con l’infanzia e i ricordi più profondi: la comunicazione svolta in questo modo è più diretta, immediata ed emotiva, oltre a essere più facile da elaborare e condividere. Proprio questa è la chiave di una buona strategia di marketing attuata sui social media: la sua efficacia viene misurata nel numero di condivisioni ottenute da parte degli utenti, e quanto più si potranno immedesimare in essa tanto più alto sarà l’engagement ottenuto.
Al giorno d’oggi sono essenzialmente due le piattaforme di spicco per la messa in pratica del visual storytelling: i colossi Instagram e Pinterest. Entrambi basati sulla condivisione di immagini, rendendo marginale l’uso del testo, hanno però target e obiettivi differenti.
Pinterest si conferma oggigiorno come il miglior social network per traffico di referral link: navigando nelle sue infinite categorie e bacheche è possibile trovare pressoché qualunque prodotto o servizio, per poi venire reindirizzati al sito ufficiale da cui l’immagine è stata presa inizialmente, per concludere l’acquisto. Secondo calcoli recenti, il traffico di referral link generato da Pinterest supera quello di piattaforme come Youtube, Linkedin e Google+ messe insieme. Avevamo parlato dei programmi di affiliazione come fonte di guadagno a lungo termine in questo articolo.
Per quanto riguarda Instagram, invece, la presenza di link di affiliazione è molto più discreta, in quanto possono venire veicolati soltanto da uno dei diversi strumenti dell’app, ossia le Stories. Si tratta tuttavia del social network con il maggior numero di utenti, che si aggirano attorno al miliardo e in continua crescita. Su Instagram, l’engagment generato è ai massimi storici, calcolato sulla base di visualizzazioni, interazioni e condivisioni tra gli utenti.
Qui, inoltre, hanno un grande successo le ADV, che vengono realizzate da influencer e microinfluencer in maniera spontanea e personalizzata, in modo che gli utenti si identifichino con il brand senza sentirsi forzati.
Obiettivi del visual storytelling
L’obiettivo del visual storytelling è la narrazione di una storia incentrata sul brand e sui suoi valori, che possa rimandare al vissuto degli utenti, rievocare in loro esperienze e memorie passate e stabilire tra i due interlocutori una connessione empatica e di reciproca fiducia.
Grazie a questo legame saremo in grado di aumentare la brand awareness del marchio, facendo in modo che il pubblico si ricordi di noi, della nostra immagine, del nostro obiettivo e, chiaramente, del nostro prodotto. Avevamo visto in questo articolo tutte le migliori strategie per aumentare la brand awareness in maniera efficace.
Per riuscire in questo obiettivo è necessario seguire dei passi ben precisi e non lasciare nulla al caso: l’individuazione del target è di fondamentale importanza perché ci consente di designare il perfetto destinatario del nostro messaggio. In secondo luogo, dovremo occuparci della realizzazione di contenuti unici, originali e qualitativamente elevati, che possano catturare l’attenzione e stupire l’utente.
Utilizzare ed evocare esperienze dirette delle persone, rendendole portavoce e ambasciatrici del marchio del quale, così facendo, verrà evidenziato il lato umano, è un’altra mossa vincente che ci avvicina sempre di più alla riuscita della nostra campagna di visual storytelling.
Ultimo, ma non per importanza, è il riconoscimento di un problema specifico del pubblico, al quale si andrà a fornire una soluzione tramite il prodotto o servizio venduto: questo passo è imprescindibile non solo nei visual storytelling ma in ogni campagna di marketing che si rispetti.
Come fare visual storytelling
Abbiamo visto le ragioni e gli obiettivi che stanno alle spalle di una campagna di visual storytelling. Ma come possiamo crearla in maniera concreta? Certo, avere a disposizione grafici e videomaker può semplificare di gran lunga le cose ma, nel caso di un’azienda appena nata e ancora in via d’espansione, può essere necessario trovare soluzioni alternative senza ricorrere a figure professionali che svolgano per noi l’arduo compito.
Esistono piattaforme online molto famose e gettonate, con le quali è possibile realizzare video, infografiche, stories e immagini senza dover per forza utilizzare complicati software ed essere in possesso di una laurea in merito.
Il più famoso tra questi è senza dubbio Canva, che offre l’opzione gratuita con un numero di features limitate, oppure quella a pagamento tramite la quale si può accedere a tutti i template, font e immagini disponibili.
Dopo aver creato le immagini e i video, è ora di postarli sui social network, avendo cura, specialmente su Instagram, di conservare un’identità visiva ben definita, in modo da non distrarre l’utente dal messaggio che vogliamo veicolare. Se per esempio il nostro brand parlasse di caffé, il suggerimento è quello di mantenere tutti i post in linea con questa tematica, andando a toccare ambiti disparati ma coerenti con il prodotto venduto. Nel caso si volesse trattare sporadicamente di altri argomenti, è possibile farlo senza compromettere l’ordine del feed, andando a pubblicare, per esempio, nelle stories.
Affinché la nostra strategia funzioni, oltre all’intervento da parte nostra, avremo bisogno anche di tanta partecipazione da parte dei follower: per favorirla, dovremo assicurarci di rispondere a tutti i commenti e le domande, repostare i contenuti in cui siamo stati taggati, coinvolgerli tramite call to action mirate e pertinenti con le pubblicazioni effettuate e invitarli all’utilizzo di hashtag personalizzati in modo che la nostra storia possa diventare virale.