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Come scrisse il saggista statunitense Ezra Pound, “Non si può fare una buona economia con una cattiva etica“. Con questa massima introduciamo una tematica fondamentale, quella della Responsabilità Sociale d’Impresa: al giorno d’oggi non è più possibile pensare di lavorare bene e incrementare i propri utili senza tenere in considerazione l’aspetto sociale e ambientale del contesto in cui si è inseriti. Approfondiamo insieme l’argomento.
Cos’è la Responsabilità Sociale d’Impresa
In inglese definita Corporate Social Responsibility (CSR), con questo termine si intende l’impegno dell’azienda a salvaguardare il benessere collettivo, gli aspetti sociali ed ecologici della comunità nella quale opera. Si tratta di una pratica volontaria, non determinata dall’imposizione di normative o leggi statali, che le imprese seguono al fine di tenere in considerazione e soddisfare le esigenze di tutti gli stakeholder (di cui abbiamo parlato in questo articolo).
L’adozione di una politica aziendale etica e responsabile ha come scopo non soltanto l’offerta di prodotti qualitativamente avanzati, ma anche lo sviluppo di servizi affidabili, sicuri, attenti al risparmio energetico, alla tutela dell’ambiente e correttamente spiegati tramite i media e le advertising.
L’esigenza di ascoltare le necessità degli stakeholder iniziò a manifestarsi intorno agli anni trenta del ‘900 quando, dopo una profonda crisi di Wall Street, si iniziarono a valutare i vantaggi di un’economia non legata soltanto alla realizzazione di profitto, ma alla creazione di benessere e soddisfazione di dipendenti, clienti, fornitori e collaboratori.
Negli anni ’50 è l’economista Howard Bowen a teorizzare per primo la Responsabilità d’Impresa nel saggio intitolato “Social Responsibilities of the Businessman”; questa scuola di pensiero viene poi profondamente influenzata e subisce un’enorme cambiamento quando, negli anni ’80, si interseca con la Teoria degli Stakeholder di Freeman: ancor di più si sottolinea l’importanza di portare avanti cause sociali e ambientali al fine di ottenere il consenso degli stakeholder e attirare nuovi potenziali clienti.
Il 91% dei consumatori ha infatti dichiarato di aspettarsi che le aziende a cui si affidano operino in maniera responsabile e sostenibile.
Con il progresso della tecnologia, il cambiamento dello stile di vita dei cittadini e delle problematiche legate all’inquinamento e al surriscaldamento globale, è stato designato un nuovo ruolo per le imprese all’interno della società, che ora non sono più viste come produttrici di utili, ma come portatrici di valori, ideali e consapevolezza.
Come integrare la CSR nella propria strategia d’impresa
Tenere conto della Responsabilità Sociale d’Impresa non solo crea valore economico, ma anche sociale e ambientale. Per fronteggiare il cambiamento in corso nell’ultimo secolo, le aziende hanno adottato misure quali rendiconti sociali, bilanci sociali e bilanci ambientali. Con la loro introduzione si è andata via via instaurando una nuova logica non più basata sul One Bottom Line (la riga conclusiva del bilancio aziendale, in cui si indicano i profitti realizzati), ma su una Triple Bottom Line trasversale che tiene conto dei risultati ottenuti non solo a livello meramente economico, ma anche sociale e ambientale.
Per concretizzare il proprio impegno, passi importanti sono per esempio l’adozione di prassi di gestione delle risorse umane responsabili ed etiche, la sponsorizzazione di eventi, donazioni a sostegno di particolari cause, fondazione di associazioni e organizzazioni, passaggio a metodi di fabbricazione meno impattanti sull’ambiente e a mezzi di trasporto ecosostenibili.
Quali sono i vantaggi che comporta la CSR
Il fine ultimo della CSR è l’eliminazione del divario tra profitto economico e creazione di benessere collettivo, in modo da immergersi in un flusso interdipendente che porti benefici a entrambi gli aspetti dell’impresa. Le aziende lungimiranti sanno che la Responsabilità Sociale d’Impresa è da intendersi come uno sforzo e un investimento che darà i propri frutti sia nell’immediato ma soprattutto nel lungo termine, andando a minimizzare i rischi che politiche economiche sfacciate e sconsiderate produrrebbero inevitabilmente.
Una gestione consapevole della propria azienda aiuta anche a migliorare la brand image e a sviluppare un vantaggio competitivo sul mercato: il 55% dei consumatori ha dichiarato di essere disposto a pagare un prezzo maggiore per sostenere un’impresa attiva e responsabile nel sociale. Trattare i clienti in maniera attenta li spingerà con molta probabilità a tornare e a consigliare l’azienda ai propri conoscenti, pertanto è bene renderli partecipi di qualunque iniziativa sfruttando tutti i canali a propria disposizione.
La Responsabilità Sociale non solo crea benefici esterni all’impresa, ma anche interni: trattare con rispetto e considerazione i propri dipendenti ha almeno la stessa importanza di un comportamento adeguato nei confronti dei clienti. Proporre iniziative stimolanti e sostenibili e adottare politiche eque farà sì che il dipendenti siano maggiormente partecipi e coinvolti, e più facilmente trattenuti all’interno dell’azienda, traducendosi in fatica risparmiata nella ricerca di nuove risorse qualora le precedenti decidessero di andarsene per malcontento.
Mentre si adottano tutte queste misure legate alle CSR, è sempre bene tenere d’occhio anche i competitor: nell’era frenetica in cui viviamo, è facile venire sorpassati senza rendersene conto e il rischio di obsolescenza è sempre dietro l’angolo. Essere attenti verso tutte le nuove tematiche sociali che potrebbero insorgere è fondamentale al fine di trattarle in maniera più tempestiva e consapevole rispetto alla concorrenza, posizionandosi meglio nella percezione del consumatore.
Se inizialmente può essere considerata un investimento, sul medio e lungo termine una politica socialmente responsabile può far risparmiare notevolmente in termini economici. Le risorse possono così essere impiegate nell’ulteriore miglioramento dell’impresa o come investimento per l’espansione della stessa.