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Nella vita quotidiana si sente spesso parlare di “Grande Distribuzione”, ma di cosa si tratta esattamente? Il mondo della vendita al dettaglio si declina in due grandi sistemi commerciali: Retail e Grande Distribuzione; in questo articolo vi parleremo proprio di quest’ultima e vi spiegheremo nel dettaglio cosa sono la GDO e la GDS.
Dopo aver parlato di Retail (in questo articolo) e della sua evoluzione nell’epoca moderna abbiamo deciso di approfondire un tema molto importante: la Grande Distribuzione (GD).
Con GD si intende un’unica, potente struttura centrale, proprietaria di numerosi punti vendita sottostanti. Questi ultimi si occupano della vendita di beni di largo consumo di varia natura, in centri di medie/grandi dimensioni, a loro volta suddivisibili in due macrocategorie a seconda delle caratteristiche: Grande Distribuzione Organizzata e Grande Distribuzione Specializzata.
Cos’è la GDO
Con l’acronimo GDO si fa riferimento alla prima di queste due macrocategorie: la Grande Distribuzione Organizzata. Si tratta della branca del commercio al dettaglio che si sviluppa tramite un’associazione volontaria di esercenti indipendenti che decidono di esprimersi con la medesima insegna. Gli esercizi in questione gestiscono catene commerciali appartenenti a uno stesso marchio, e si espandono su superfici di vendita generalmente superiori ai 400m².
I fattori che avvantaggiano la GDO a discapito del piccolo retailer sono la riduzione dei costi logistici e una maggior facilità di approvvigionamento, i quali portano alla creazione di un’economia di scala (ovvero un minor costo di produzione unitario in relazione a un’ampia richiesta produttiva) e a un potere negoziale più forte.
Quali tipologie di esercizi commerciali comprende la GDO
Il mondo della Grande Distribuzione Organizzata è ampio e variegato: al suo interno è possibile individuare diverse tipologie di punti vendita a seconda delle loro peculiarità.
I parametri da tenere in considerazione sono:
–Dimensione (superficie di vendita in m²)
–Ampiezza (numero di prodotti che possono essere contenuti nel punto vendita)
–Profondità (numero di referenze per prodotto)
In base a queste caratteristiche, si distinguono:
–Supermercati: sono negozi dalla superficie superiore ai 400m², che si occupano prevalentemente della vendita di prodotti alimentari, ma anche per la cura della persona, della casa e oggettistica varia. Il primo in Italia venne aperto nel 1957 da parte di Esselunga.
–Ipermercati: si espandono su oltre 2500m², offrono un ampio assortimento di grocery e prodotti di varia natura, e un parcheggio riservato alla clientela. Nel nostro Paese arrivarono per la prima volta nel 1971.
–Discount: si trovano in sedi tra i 200 e i 1000m², ma a differenza dei precedenti, possono contenere un assortimento limitato di prodotti, generalmente di marchi “equivalenti”. Lidl aprì il primissimo discount nel 1992.
– Cash&Carry: si tratta di un sistema di vendita all’ingrosso rivolto esclusivamente ai commercianti, in cui il dettagliante si rifornisce e preleva la merce con mezzi propri. Questa tipologia di attività commerciale è presente in Italia dalla metà degli anni ’60.
–Libero servizio: sono esercizi commerciali che si sviluppano come i supermercati, ma dalle dimensioni, ampiezza e profondità ridotte, trattandosi spesso di attività di vicinato.
Nel gergo commerciale, esistono ulteriori suddivisioni specifiche che segmentano ancora di più le diverse tipologie di punto vendita:
– Superstore: sono i supermercati dalle dimensioni comprese tra i 1500 e i 3500m².
– Iperstore o mini-iper: ovvero tutti quegli esercizi che si espandono tra i 2500 e i 4000m².
– Superette o minimarket: con questo termine si indicano tutti i punti vendita di beni di largo consumo e prevalentemente a libero servizio, collocati nella categoria dei negozi di vicinato. Sono infatti spesso compresi tra i 200 e i 400m², nonostante questo parametro sia variabile a seconda dell’insegna titolare.
Nati come esercizi di paese o di quartiere per servire coloro che non avessero modo di spostarsi verso un centro più ampio e rifornito, al giorno d’oggi sorgono numerosi anche in zone urbane centrali di grande passaggio, fungendo da appoggio per gli abitanti o i frequentatori del centro per una spesa giornaliera integrativa.
Cos’è la GDS
L’altra macrocategoria di Grande Distribuzione è la GDS, ovvero la Grande Distribuzione Specializzata.
A differenza della GDO, gli esercizi facenti parte di questa struttura commerciale si occupano di una specifica categoria di beni, come l’elettronica, il fai da te, i prodotti biologici, l’arredamento e gli accessori per la casa.
I punti vendita appartenenti alla GDS possiedono solitamente dimensioni da medie a ampie, in base al settore di interesse. Si trovano spesso in centri commerciali, parchi commerciali e in complessi extraurbani in cui si raggruppano diverse insegne GDS.
Esempi di grandi aziende simbolo di GDO e GDS
Se il termine GDO ci indica un macro settore del mercato basato sulla struttura e l’organizzazione dei punti vendita, GDS fa invece riferimento alla tipologia di beni commercializzati all’interno degli stessi, che possono a loro volta mantenere le caratteristiche base definite dal glossario della GDO.
All’interno del mercato italiano si ergono alcune delle maggiori aziende esponenti di queste due tipologie commerciali.
Tra gli esempi più importanti di GDO troviamo Conad, Coop, Esselunga e Lidl.
Per quanto riguarda la GDS, esempi di aziende più influenti sono Euronics, Mediaworld, Naturasì, Bricoman, Acqua&Sapone e tutte quelle catene specializzate in settori merceologici ben definiti.